Rumoreggia, agli inizi dello spettacolo, il mare in platea. Baluginano ai raggi del sole le onde che avanzano tra le poltrone nelle ore dell’alta marea. Spira il vento sopra il pubblico, nell’attesa che si gonfino le vele del nostro antico veliero. Attende la Vecchia Vigna di imbarcare nuovi marinai, pronta a salpare verso terre sconosciute. Dal ponte si affaccia il capitano al richiamo dei novelli naviganti: numerosi e vocianti si accalcano sulla banchina, desiderosi di prender posto tra i segreti del veliero. Cigolano le sartie, scricchiolano i suoi vecchi legni, sale tra le alghe l’ancora appesantita dal tempo, si srotolano le vele più volte rammendate. Lento il veliero prende il largo: la voglia di avventura si rinnova. Curiosi, i marinai si dan da fare, cercano tra carte e mappe i suoi ricordi. Nessuno conosce chi li ha scritti, né vi sono date. Nascosto c’è solo un libro con le pagine ingiallite, con le impronte delle mani di chi le ha lette. Lo scova in un ripostiglio uno stravagante viaggiatore, un vecchio mercante d’arte capitato lì per caso tra i novelli marinai. Un colpo di vento e già si aprono le prime pagine, un tuffo al cuore prende il viaggiatore, si scompigliano ai suoi occhi i racconti prima di scoprire che le pagine seguono i giorni del grande viaggio nel mare della Creazione. Lunedì, mercoledì, sabato, giovedì, domenica, venerdì, martedì...? Che confusione, bambini, il vento! Occorre aiutare il nostro mercante d’arte a rimettere ordine al tempo. Il gioco del teatro è un gioco di animazione, di mascheramenti, di clownerie e di partecipazione, in un continuo cambio di ruoli tra pubblico e attori, in un susseguirsi di cambi di scena in cui compaiono e spariscono grandi e piccole figurazioni. Con l’apparizione di un gabbiano scherzoso, di una grande balena, di un guizzante delfino, con l’ingresso di una sirena, di un pericoloso gigante e di un gruppo di marinai trasformati in animali feroci e domestici, i giorni della nostra settimana si ricompongono, segnati da venti impetuosi, da notti serene, da navigazioni tranquille o squassati da improvvise tempeste. In sette giorni - in poco meno di un’ora questo il tempo della nostra navigazione - il pubblico attivamente partecipa a un universo di suoni, di musiche e di parole, alla creazione di un paesaggio immaginario, al cui mosaico concorrono frammenti di storie antiche e immortali depositate nelle pagine delle grandi tradizioni epiche e della narrativa d’avventura.